Capitolo 165 Libro 2- 84
Melodia Reese
Due giorni dopo la morte di Gwen per mano di Luna, giacevo a letto sulla schiena, con gli occhi fissi sul soffitto grigio e bianco. Le mie viscere erano ancora strette e le mie emozioni erano serrate, mi pungevano da dentro a fuori. Non riuscivo a scrollarmi di dosso la pesantezza e il dolore costante che mi attanagliavano il cuore. In quel momento, il bisogno di rannicchiarmi tra le forti braccia del mio compagno era più forte del bisogno di respirare. Il problema era che l'avevo allontanato, mi ero protetta da lui e avevo scelto di essere lasciata sola nella camera degli ospiti.
Dopo aver provato così tanto a entrare in contatto con me, alla fine cedette e non lo vidi più da ore. Mi lasciava i pasti fuori dalla porta, si soffermava lì e se ne andava. Suo padre aveva provato a parlarmi, ma io mi ero chiusa in bagno, avevo alzato la mia barriera e bloccato ogni tentativo di collegarmi mentalmente. Mio padre era un'eccezione; non veniva a controllare come stavo e non potevo fare a meno di trovare la cosa strana. Il mio amico Mason e gli altri ricevevano lo stesso trattamento.